Presentazione
Data
dal 1 Ottobre 2023 al 31 Maggio 2024
Descrizione del progetto
Docente referente: Canal Silvia e Dossini Annalisa
Il progetto si divide in due fasi:
1) formazione dei docenti sulle potenzialità della scrittura autobiografica in aula, con esempi e percorsi pratici;
2) sperimentazione nelle classi per acquisire valori quali IDENTITA’, MEMORIA, CONOSCENZA DEL SE’ PROFONDO, INCLUSIVITA’, ASCOLTO, EMPATIA; inoltre il laboratorio di scrittura autobiografica aiuta ad acquisire il LESSICO PER NARRARE EMOZIONI E SENTIMENTI. E’ infine estremamente importante ai fini dell’orientamento.
L’ispirazione del progetto nasce dalla frequenza dei corsi di formazione con la Libera Università di Anghiari e con il suo fondatore, Duccio Demetrio; inoltre l’esperienza di scrittura autobiografica fa parte da anni del nostro vissuto.
L’autobiografia è per noi la via verso la ricerca individuale ma anche una attività che genera pensiero, concetti, visioni del mondo; ogni autobiografia infatti è filosofia perché interroga il senso; è storia in quanto memoria e testimonianza; è educazione all’alterità perché nell’attività didattica si ascoltano anche le storie altrui; è psicoterapia perché aiuta ad esplorarsi e a capirsi, attività essenziale soprattutto per il sé emergente di un adolescente; è letteratura perché espressa in modalità variate, anche poetiche, con una frequentazione della parola che ci rende sempre più competenti nel lessico, nella forma, nella struttura.
Con la scrittura autobiografica, che nell’attività didattica si accompagna con spunti di lettura, aiutiamo gli studenti a ritrovare il senso della propria vita, a crearsi una identità, a cercare una intimità con sé stessi, li abituiamo a pensare meno superficialmente, ad appassionarsi alle storie, proprie e non.
La scrittura associata alla lettura ad alta voce porta, insomma, vantaggi emotivi, cognitivi, di apprendimento e relazionali. Saper nominare le emozioni proprie e altrui, conoscere la parola per definirle, infatti, permette di gestirle. Dal punto di vista cognitivo, l’esposizione frequente e continuativa alla letto-scrittura ha un effetto equitativo poiché alza le funzioni cognitive di tutti ma soprattutto degli studenti più svantaggiati, quelli che hanno alle spalle famiglie che offrono minori stimoli o che hanno avuto un approccio negativo con tali attività o che, credendosi incapaci (“non sono portato per la scrittura”), le hanno abbandonate presto. Con la lettura e scrittura si avvantaggiano le funzioni esecutive: l’attenzione, la capacità di pianificazione, la memoria, la simultaneità, la fluenza. E’ palese inoltre che si migliorano le competenze di produzione e comprensione di qualsiasi testo, dato che tali competenze sono fortemente correlate alla frequenza con cui uno studente vi si approccia. Infine, la lettura e scrittura creano empatia, aumentano la capacità di accogliere la diversità, di considerare punti di vista differenti dal proprio. Ci offrono modelli di azione, ci fanno partecipi di esperienze che non abbiamo avuto, ci portano in luoghi e tempi distanti. Nel mondo odierno la complessità è data dalla mancanza di quadri narrativi generali – come erano le religioni, le ideologie – in grado di fornirci interpretazioni rassicuranti. Per tenere insieme il nostro vissuto, dobbiamo esporci a tante storie, a partire da quelle proprie, per aggiungere materiale esperienziale. In questo senso l’ascolto delle storie degli altri diventa anche un fatto politico, di cittadinanza. Oltre a farci sentire meno soli.
Un altro aspetto interessante del progetto è che mira a potenziare l’agentività, cioè la capacità di tradurre le intenzioni in azioni: i ragazzi che non vedono risultati a breve termine nell’apprendimento, pur essendosi a loro modo impegnati, invece di perseverare tendono ad abbandonare. Non imparano così a scegliere, ad esercitare controllo, a progettare la vita ma a mollare. Le storie insegnano ai nostri ragazzi che ci sono molte strade, molte soluzioni, molte possibilità; insegnano il fallimento e il suo potenziale positivo; insegnano che riuscire nella vita non significa ottenere tutti gli stessi risultati, che ci sono altre vite e altre prospettive, anche inaspettate. Una lettura, la storia di un compagno ti può scuotere, è un’arma contro la paura e il dolore, ha potere protettivo perché ti fa sperimentare la fragilità e l’errore di ognuno. Spesso stimola la solidarietà tra compagni e aumenta il senso di autoefficacia; la scrittura autobiografica infatti non prevede valutazione e richiede espressamente sospensione del giudizio: lo studente così si trova in uno spazio libero dove sentirsi riconosciuto, rispettato, confermato. E’ con queste premesse che possiamo invogliarlo a scrivere e leggere di più e anche individualmente.
Per chi ne avesse il sospetto, non si tratta di snaturare i compiti specifici della scuola: accogliere la persona non va confuso col permissivismo, col buonismo, col lassismo, col diventare sostituti genitori. Non manchiamo ai compiti del docente se riusciamo ad appassionare gli studenti alla lettura e alla scrittura che consideriamo armi potenti di cittadinanza, perché solo padroneggiare le parole e la riflessione può sviluppare pensiero critico e libertà di scelta. Il quesito è: qualcuno si è mai appassionato a tali attività compilando fredde e scontate schede del libro? Scrivendo riassunti? Ripetendo tutta la grammatica ricominciando dalla fonologia? Abbiamo ottenuto con le strategie tradizionali di coinvolgere altri che non fossero gli studenti che già per loro conto amavano la lettura e la scrittura?
La sospensione della valutazione che possiamo sperimentare con la scrittura autobiografica e la lettura ad alta voce potranno forse spaventarci perché nell’immediato sembrano attività gratuite, da cui non ricaviamo voti. Ma stiamo realizzando una scuola dove la relazione educativa è più importante del programma (che peraltro a livello ministeriale non esiste più), dove puntiamo a motivare e a dare significato a ciò che insegniamo, una scuola dell’identità, orientativa dei progetti di vita, concentrata sugli aspetti cognitivi, metacognitivi ed emotivi più che contenutistici; comunque non manchiamo di perseguire la padronanza linguistica prevista nei profili di uscita nonché la capacità argomentativa, solo lo facciamo con altri mezzi. Possiamo sperimentare una scuola in cui educazione alla cittadinanza non vuol dire solo conoscere (doverosamente) la Costituzione ma soprattutto cogliere la complessità dei problemi, saper partecipare al dibattito. Ma prima ancora, una scuola che permette di avere accesso ai bisogni adulti: il bisogno di esprimersi, di crescere e svilupparsi, il bisogno di realizzare le potenzialità e il bisogno di contribuire. Questo è lo specifico della nostra disciplina, l’apporto originale e niente affatto insignificante che può fornire all’educazione alla cittadinanza e in generale al percorso liceale.
L’attività di autobiografia in aula prevede tecniche precise e regole di ingaggio specifiche che vengono illustrate ai partecipanti alla formazione; nella seconda fase, con l’aiuto di una esperta laureata alla LUA, si applicano nelle proprie classi creando percorsi personalizzati.
Obiettivi
Ogni anno scolastico si propone un obiettivo o più obiettivi, alcuni validi sempre, altri specifici.
Gli ambiti di riferimento sono cittadinanza, inclusività, orientamento.
Classe prima:
- educazione alla memoria
- importanza di salvare le storie, recuperarle, cercarle, essere custodi del ricordo nostro e altrui, preservare il proprio passato per costruire la propria identità
- educazione all’ascolto di sé
- sostare, fare silenzio, non avere stimoli esterni, lentezza, stare e lasciare traccia
- educazione all’ascolto dell’altro
- attenzione all’alterità, alle storie altrui, ascolto che educa alla relazione, alla curiosità e allena l’empatia
- educazione della capacità narrativa
- avere le parole per raccontare e raccontarsi
- educazione al pensiero creativo, emotivo, divergente
- usare la parola per essere originali, per essere sé stessi abbandonando pose e stereotipi, attivare pensiero critico
Classe seconda:
- educazione alla lettura ad alta voce
- fare attenzione alle storie altrui, imparare il silenzio, l’ascolto ma anche l’espressività e la competenza di comprensione del testo narrativo e poetico
- educazione al dibattito e argomentazione
- usare brevi spunti di lettura variati per stimolare una opinione personale articolata
Classe terza e quarta:
- identità e relazione: esplorare sentimenti, emozioni, stati d’animo, pensieri…
- educazione alla scelta: orientamento
- usare la scrittura per riflettere sulle proprie e altrui aspettative, sulle nostre qualità, sui limiti, sui desideri e sulle paure relative al futuro
- percorsi tematici su nodi concettuali
Partecipanti
I destinatari del progetto sono i docenti di ogni disciplina per la prima parte; gli studenti delle classi dei docenti partecipanti nella seconda fase.
In collaborazione con
Cooperativa Itaca
da Damiano Cavallin
Docente